domenica 21 aprile 2013

Negozi cinesi invasione a Certosa

Negozi cinesi invasione a Certosa

Nel quartiere genovese di Certosa, la presenza di comunità cinesi si è molto ampliata rispetto agli ultimi dati in possesso dell'Istituto di Statistica del Comune, risalenti al 2011, che registravano la presenza di 82 residenti cinesi in Valpolcevera.
Di questo se ne accorgono tutti, cittadini in testa, che nell'ultimo anno hanno visto tanti negozi italiani chiudere e quasi altrettanti esercizi commerciali cinesi aprire.
Le insegna a caratteri cinesi sono sempre più numerose in via Jori e Canepari. A scuola, i bambini cinesi sono una parte significativa dell'ormai ampia "rosa" di nuovi piccoli italiani  acquisiti. Loro, i cinesi adulti, sono quasi impenetrabili e imparano dell'italiano quello che serve loro per l'attività: "Buongiorno", "Piega?" "Caffè Macchiato?", " Questo è taglia M". Il resto è il loro mondo, per tanti aspetti inaccessibile e quasi misterioso.
<Bisogna distinguere tra immigrati cinesi adulti e di seconda generazione-commenta Enrico D'Agostino, portavoce del Comitato Liberi Cittadini di Certosa- mentre con i primi non riusciamo ad avere un dialogo, pur tentando di coinvolgerli nelle iniziative del quartiere, con i bambini che frequentano le nostre scuole portiamo avanti progetti di dialogo e intercultura. Per quanto riguarda il commercio, non possiamo dire che i cinesi abbiano favorito la già difficile situazione di Certosa. Come Comitato stiamo studiando il fenomeno, facendoci, però, una domanda di fondo: perchè una concentrazione così forte di immigrati cinesi a Certosa? C'è una regia dietro a tutto questo?>
Anche a Certosa, come del resto nella città di Genova e in Liguria, i cinesi arrivano da una precisa regione della repubblica popolare: lo Zhejiang, una rigione costiera, che negli ultimi anni si è molto arricchita, anche grazie all'emigrazione in Europa e soprattutto in Italia. La loro penetrazione nel quartiere è stata graduale e fondata sul robusto sistema creditizio interno delle famiglie, dove vige la regola che chi ha accumulato di più presta agli altri, che così aprono un'attività o ci lavorano dentro fino a che saldano il debito contratto e cominciano a guadagnare. Il denaro rimane all'interno della famiglia che ne gestisce il flusso. Per questo tra loro si conoscono quasi tutti, anche se non sono parenti diretti.
Cosa possono avere in comune con Genova? Il rapporto con il mare e la passione per il commercio, con tutte le diversità di concetto che accompagnano questo dato comune.

<non sono molto comunicativi anche se facciamo lo stesso mestiere- commenta Mauro Puppo, rappresentante del CIV di Certosa- Come CIV stiamo tentando di proteggere i negozi di vicinato del quartiere che soffrono la crisi. In tanti italiani chiudono, mentre i cinesi aprono, vendendo, come tutti sanno, prodotti di media bassa qualità. Con l'Amministrazione, stiamo valutando la possibilità di attivare per Certosa un Patto d'Area che permetta di ottenere agevolazioni e sgravi fiscali scegliendo di vendere determinati generi e tipologie merceologiche, anche per diversificare l'offerta commerciale su questo territorio>
La "scommessa" dell'integrazione, come sempre, è affidata alle scuole. <abbiamo davvero pochi studenti cinesi al momento nel nostro Istituto commenta Dario (Renzo) Ballantini, preside dell'Istituto Comprensivo "Ariosto" Tuttavia, possiamo dire che la maggiore difficoltà è data dalla lingua: chi è nato in Italia non ha difficoltà di inserimento mentre chi è arrivato da pochissimo si trova a dover imparare una nuova lingua, in un nuovo ambiente>
Ma come si trovano i bambini e i ragazzini cinesi nella comunità scolastica di Certosa? <direi bene- dice Rossana Aluigi, collaboratrice del preside e Coordinatrice del progetto Intercultura dell'Istituto Ariosto- sono molto amati dai loro compagni, partecipano alle uscite scolastiche, hanno tanta buona volontà. Con il nostro progetto Intercultura cerchiamo di cogliere anche i bisogni, insieme a quelli delle loro famiglie, con le quali cerchiamo un dialogo. I nostri progetti sono mirati alla conoscenza reciproca e collettiva>

Sara Tagliente



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